Il massaggio con i piedi: l’Ashiatsu

Non è una bizzarria moderna, ma un’antica tecnica di massaggio di natura olistica: è il massaggio con i piedi. Il nome di questo trattamento è ashiatsu. L’assonanza con lo shiatsu è immediata: entrambi, infatti, fanno riferimento alla pressione (atsu) effettuata sul corpo del cliente, ma mentre shi vuol dire dita, ashi vuol dire piede, per cui se il massaggio shiatsu è una  massaggio che si effettua con la pressione delle dita (si intende delle mani), ashiatsu vuol dire invece fare pressione con i piedi.

 

Il trattamento è adatto a chi vuole rilassare il corpo, in quanto consente di  sciogliere tensioni muscolari e articolari e alleviarne dolori connessi.

 

La tecnica ha origini antichissime e furono i cinesi e i giapponesi a praticare e diffondere questo trattamento. Come funziona? Il trattamento viene svolto da un operatore specializzato e la pressione da effettuare e i punti in cui praticarla ovviamente non sono casuali. Si fa infatti riferimento ai canali Yin e Yang. La medicina ayurvedica infatti prevede che in ognuno di noi coesistano due aspetti, opposti tra loro, lo yin e lo yang appunto, che rappresentano rispettivamente la parte femminile e quella maschile. Il flusso yin proviene dalla terra e lo yang dal cielo. I piedi rappresentano il legame con la terra e il massaggio, effettuato in posizione verticale dell’operatore consente il collegamento con il cielo. Tutto ciò consente di ritabile l’equilibrio e permette il fluire del Qi, l’energia vitale che garantisce il benessere psicofisico.

 

Come viene effettuato esattamente il massaggio? Il cliente si pone in posizione supina, vestito con abiti larghi e comodi, mentre l’operatore effettua con i piedi delle pressioni sul ricevente. Per effettuare le giuste pressioni il terapeuta può avvalersi di eventuali strumenti di sostegno, come barre di sostegno o panche. che consentono di differenziare la pressione oltre che aiutare il massaggiatore.  Ciò garantisce una pressione localizzata differenziata ma anche un minore sforzo di chi effettua il massaggio.

 

L’ ashiatsu oriental bar therapy

Questa forma di ashiatsu prende piede nel 1990 grazie al massaggiatore Ruthie Hardee. Differisce dall’ashiatsu tradizionale in quanto l’operatore non ha le competenze tipiche dell’operatore della medicina tradizionale cinese ed opera più che altro come una tecnica di rilassamento che consente di alleviare le tensioni muscolari riducendo eventuali dolori. Il ricevente, sempre in posizione supina è svestito e il trattamento prevede sempre l’impiego delle barre orizzontali parellele poste al soffitto e si effettua come una sorta di danza che combina  movimenti più lenti a movimenti più veloci con pressioni più o meno lunghe.

Giusi Lombardo

Appassionata e Amante del benessere a 360°. Amo scrivere e condividere tutto quello che so.

Commenti (6)

  • Filippodice:

    18 Marzo 2013 alle 15:28

    Ho provato prima con una massaggiatrice e successivamente con due insieme. Ti senti premuto e stirato da tutte le parti. Le due ragazze con cui ho provato sono state delicatissime nei movimenti.
    Meraviglioso

  • Ilariadice:

    2 Luglio 2013 alle 14:34

    Bello!! Ma ci sono dei centri in Italia dove si può fare questo massaggio? Non riesco a trovarli….

  • Giusi Lombardodice:

    4 Luglio 2013 alle 09:36

    Cara Ilaria, questo massaggio è piuttosto insolito e non tutti i centri lo praticano. Posso però suggerirti di contattare le beauty farm a te più vicine e chiedere loro se effettuano questo tipo di massaggio. Puoi consultare http://www.benessereviaggi.it/beauty-farm.asp per avere un elenco delle beauty farm per regione. Se non trovi quello che stai cercando nelle vicinanze, puoi “ripiegare” su molti altri trattamenti ayurvedici altrettanto interessanti! Spero di esserti stata utile! Fammi sapere.

  • Giovannidice:

    5 Luglio 2013 alle 13:26

    Molto interessante, mi piacerebbe provare a riceverlo e magari anche imparare a praticarlo.

  • Ermannodice:

    16 Agosto 2013 alle 11:48

    Io, francamente sono scettico circa il fatto che non sia proprio una bizzarria moderna, un polpettone americanizzato. Ricordo un libro delle Mediterranee degli anni ’80, “Kiatsu Do” di Shizuko Yamamoto, con prefazione di Michio Kushi. Il fondatore della macrobiotica, il quale ai suoi emaciati allievi diceva che, essendo maestro, era altresì autorizzato a fare colazione con cornetti alla crema e cappuccino. Un aneddoto riferito da Mantak Chia. Riguardo alla presentazione del massaggio, a parte il format introduttivo-filosofico che va bene per qualsiasi tipo di massaggio, dubito totalmente che la tecnica abbia origini antichissime, visto che lo Shiatsu stesso è nato negli anni ’50-’60 con Namikoshi e Matsunaga. Tant’che nello stesso libro di Yamamoto da me citato le allusioni al Massaggio Thailandese sono evidenti. E quello sì che è un massaggio antico. Con i piedi, nel libro in questione, al di là di qualche pressione con una sedia d’appoggio, non c’è niente di più. Ashiatsu da “atsu” e “ashi”, poi, mi sembra un’invenzione, secondo me è da: a- come alfa privativo e Shiatsu, cioè non-Shiatsu.
    Nel senso che questo Ashiatsu, poi, mi sembra una pseudo-versione neo-americana, scopiazzata dal massaggio Kalari o Keralese. Il fatto che lo si esegua su un lettino appesi a dei trespoli, è un evidente escamotage per distinguerlo, almeno iconograficamente dal massaggio indiano in questione.
    Tuttavia se volessimo anche commentarlo dal punto di vista strettamente legato ai principi dello Shiatsu, una disciplina così incentrata sul concetto di “Hara” e al tradizionale modo giapponese di sedere per mantenere il contatto con la terra, detto “Seiza”. Un operatore che lavora in quel modo appeso ad un trespolo e sopra un lettino è quanto di più anti-Shiatsu possa esistere. Un vero maestro non deve utilizzare appoggi o sostegni, deve essere in grado di eseguire il massaggio senza corde, trespoli, appoggi o quant’altro. Hara è il suo sostegno. Deve riuscire a bilanciare il proprio peso in maniera libera, svincolata. Non come si vede sul web: gamba operativa in stretching e schiena piegata, fuori baricentro. Non è bello da vedersi e, sempre a mio avviso, non efficace in quanto non c’è mantenimento costante della pressione mentre si scivola.

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