L’agopuntura: cosa è importante sapere

Come molte delle pratiche della medicina alternativa, fa molto discutere: è l’agopuntura. Si tratta di un ramo della medicina tradizionale cinese, che consiste nell’inserimento di aghi nel corpo, al fine di curare una serie di disturbi, e portare, quindi, al benessere dell’individuo.

Tale terapia nasce in Cina. Le prime pratiche, piuttosto rudimentali, risalgono al terzo millennio a.C. ma il primo documento  che cita l’agopuntura è del II sec. a. C, testo il quale, trattando argomenti relativi alla medicina cinese, detta anche i principi basilari dell’agopuntura, sebbene non in maniera dettagliata. Tale pratica si sviluppò, infatti, successivamente, dapprima in Giappone e, nel XX secolo, in Francia, ad opera di Soulier de Morant, che diede inizio a quella che può essere considerata l’agopuntura moderna.

Oggi è dunque prevista la suddivisione del corpo in meridiani, “canali” all’interno dei quali scorre quella che viene definita Qi, forza vitale, che garantisce il benessere psicofiscico. Vi sono:

  • 12 meridiani principali, che scorrono in via verticale;
  • 8 meridaini secondari, che percorrono il corpo in via orizzontale;
  • 15 meridiani  laterali.

Sui meridiani così individuati, sono posti i Ting, ossia i punti precisi sui quali intervenire (nell’antichità si interveniva sul punto del dolore),  i quali sono collegati all’organo da curare.

I meridiani principali sono a loro volta distinti in meridiani yin e yang, laddove questi due termini indicano due tipi di forze contrapposte, che, secondo la filosofia cinese, esistono in ogni cosa e persona, e, al fine del benessere, devono essere equilibrate tra loro. L’agopuntura ha, appunto, tale finalità.

L’agopuntura è utilizzata oggi per intervenire su diversi tipi di disturbi, come patologie allergiche, infiammazioni, disturbi del sistema nervoso, dell’apparato vascolare e digerente, malattie cardiocircolatorie, ostetrico-ginecologiche e urologiche, e varie sintomatologie dolorose.

Quanto alla pratica e vera e propria, il ciclo terapico è valutato dallo specialista, in relazione all’entità del disturbo: generalmente, comunque, si conclude entro 8- 12 sedute. Gli aghi vengono applicati sui Ting per circa 20-30 minuti. Non si avverte comunque dolore, ma solo un leggero fastidio.

L’agopuntura, inoltre, non prevede l’iniezione di alcun tipo di farmaco.

Se associata ad altre terapie, però, vi sono altre due forme di agopuntura:

  • l’elettro-agopuntura (agopuntura associata ad elettrostimolazione) che prevede l’applicazione agli aghi di uno stimolatore elettrico a bassa intensità;
  • l’igni-puntura (agopuntura associata a moxicombustione) secondo la quale coni di artemisia vengono fatti bruciare in corrispondenza dei Ting.

Ma ci si può fidare di tale pratica? E  a chi rivolgersi? Sebbene l’0rganizzazione Mondiale della Sanità abbia riconosciuto l’agopuntura come pratica medica non convenzionale, non vi è , in Italia, una vera e propria normativa che disciplini tale terapia. I più ritengono che si debba fare riferimento ad una sentenza del 1982 della Corte di Cassazione,  secondo la quale possono praticare legalmente l’agopuntura solo medici e veterinari laureati e regolarmente abilitati.

Indipendentemente dalle varie interpretazioni e idee a riguardo, conviene, a chi voglia sottoporsi all’agopuntura, rivolgersi a medici specializzati, per non correre:

  • rischi infettivi, dati dalla non sterilizzazione degli aghi o, comunque, da una pratica non effettuata con le dovute precauzioni igieniche;
  •  rischi di ematomi, determinati dall’errato inserimento dell’ago nella pelle.

 

 

Giusi Lombardo

Appassionata e Amante del benessere a 360°. Amo scrivere e condividere tutto quello che so.

Commenti (2)

  • eliko carpetdice:

    10 Settembre 2012 alle 10:32

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