Dimagrire? Questione (anche) di psiche: 4 regole d’oro

Dimagrire non è solo una questione di alimentazione. Sì, è indispensabile, inevitabile, mantenere un regime alimentare sano per perdere peso, ma l’aspetto psicologico conta più di quanto pensiamo, per poter essere costanti e per far sì che il dimagrimento non sia una tortura, ma un processo di rinnovamento.

Raffaele Morelli, noto psicoterapeuta, psichiatra e scrittore, ritiene che “esistono quattro “colonne psichiche” determinanti per perdere peso”. Si tratta di 4 regole che suggerisce per aiutarci a dimagrire, con il sorriso:

 

  1. CAMBIA ABITO

“Studiando la psiche di chi ingrassa – dice l’esperto –  si evidenzia una notevole staticità, nei comportamenti come nell’abbigliamento”. Cambiare gli abiti, per quanto a molti possa apparire banale rappresenta invece un modo per “allargare la visione della nostra identità, ‘mobilitare’ il cervello e quindi l’inconscio, rimettendo in moto anche la nostra naturale capacità di dimagrimento.”

 

  1. SILENZIO

Morelli parla di silenzio interiore. Chi ingrassa si fida troppo degli altri e parla troppo. Ciò che deve fare, invece, è esattamente il contrario: “abituarsi a non parlare troppo di sé (e del proprio sovrappeso…), a non chiedere consigli, ad ascoltarsi di più, a silenziare la mente”.

 

  1. FEMMINILITÀ

Prendersi cura della propria femminilità, non lasciarsi andare. I riti al femminile, come il trucco e la voglia di piacere (“in primis per se stesse”, precisa Morelli), fanno sì che la fame diminuisca quasi in automatico. “La bellezza del femminile stimola la costruzione di un identità profonda grazie alla quale la fame in eccesso tramonta da sola”, chiarisce l’esperto.

 

  1. CREATIVITÀ NATURALE

Ognuno di noi è unico e deve valorizzare ed esaltare questa unicità. Questo non avviene se non smettiamo di adeguarci a tutto e a tutti, “di far finta di essere d’accordo con idee o persone che non ci corrispondono per paura dell’abbandono o della solitudine”. Cosa c’entra questo con la dieta? C’entra eccome. Perché intervengono i meccanismi che soffocano il nostro concetto di piacere e “quando sopporti troppo, il cervello non può che darsi piacere attraverso il cibo“.

Giusi Lombardo

Appassionata e Amante del benessere a 360°. Amo scrivere e condividere tutto quello che so.

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